Scegliere la mola per rettifica giusta per una lavorazione non è sempre cosa semplice: grazie all’esperienza di Muzzi Srl abbiamo scritto questo articolo per darvi qualche informazione in più che possa aiutarvi nella scelta.
Buona lettura!
Che cos’è la mola per rettifica
Innanzitutto partiamo dalla definizione di mole per rettifica e cerchiamo di capire di cosa si tratta.
La mola per rettifica è uno strumento di grande precisione ed estremamente tagliente da utilizzare per lavori di affilatura e taglio di materiali svariati: è formata da granuli abrasivi che sono legati in un composto di abrasivi naturali o sintetici.
Le mole abrasive per rettifica quando vengono utilizzate tagliano il materiale in piccoli trucioli: in questa operazione la mola tende a scaldarsi mentre i grani abrasivi sulla superficie della stessa si consumano.
Per mantenere la taglienza sempre perfetta necessitano di manutenzione che è la cosiddetta ravvivatura della mola per rettifica.
Gli abrasivi
Gli abrasivi utilizzati nelle mole sono tendenzialmente quattro:
- Ceramico, cioè ossido di alluminio ceramicato, che crea una struttura autoaffilante grazie al grano abrasivo in superficie; questa tipologia di abrasivo tende a non scaldarsi significativamente
- Carburo di silicio, è un materiale più duro dell’ossido di alluminio e adeguato per metalli relativamente teneri
- Ossido di zirconio, solitamente associato a leganti come la resina, viene utilizzato per asportare parti grossolane dei materiali
- Ossido di alluminio, utilizzato per materiali ad alta resistenza
La tipologia di materiale da rettificare determina anche la scelta dell’abrasivo: in linea generale più il materiale è duro più è consigliabile un grado di mola tenero.
La conservazione degli abrasivi in stoccaggio deve avvenire su supporti specifici in temperatura e umidità controllati per evitare deterioramenti: la temperatura ideale è compresa tra i 18° e i 22° Celsius con un’umidità che va dal 45 al 65%.
L’umidità è un fattore rilevante, in quanto se eccessiva il supporto si dilata, se troppo bassa il disco abrasivo si ritira con conseguenti difetti nella lavorazione.
La rettifica sarà rapida in base a diversi fattori quali il diametro della mola, la granumlometria del diamante, la profondità di taglio e la velocità di passata.
Le etichette sulle mole per rettifica
Nella scelta della mola per rettifica giusta è importante riconoscere il significato dei pittogrammi apposti sulle etichette; qui di seguito un elenco di ciò che si trova sulle etichette:
- Pittogrammi di sicurezza, i lavoratori che utilizzano questi materiali devono essere informati circa i rischi e i pericoli per la loro sicurezza personale; ci sono due codici FEPA per la sicurezza su abrasivi flessibili e su abrasivi rigidi e di precisione
- Marchio della mola
- Dimensione del prodotto in mm
- Specifica del prodotto
- Massima velocità operativa
- Numero articolo da utilizzare in caso di riordino
- Certificazione oSa (organizzazione per la sicurezza degli abrasivi), la oSa è un’associazione con finalità di soddisfazione degli standard qualitativi e di sicurezza nell’uso degli abrasivi
- Normativa europea sulla sicurezza EN 12413, per la produzione di abrasivi agglomerati rotanti
La dimensione del grano
La finitura superficiale delle mole per rettifica può essere a grana grossa o fine: quella grossolana è valida laddove non si ricerchi una finitura superficiale, con una asportazione più rapida adatta per materiali morbidi; quella fine è utilizzata per lavori di precisione su aree più piccole con materiali duri come il vetro, il carburo cementato o l’acciaio.
In conclusione, nella selezione del prodotto giusto ci sono da fare anche una serie di considerazioni:
- La durezza del materiale da rettificare
- La quantità del materiale da rimuovere
- La grandezza del pezzo da lavorare
- La finitura superficiale richiesta
- La macchina da rettifica utilizzata e le sue caratteristiche in termini di potenza e condizioni
- La velocità della mola, definita da normative per la sicurezza nell’uso dei macchinari; non va quindi superata la velocità massima consentita
- La difficoltà dell’opera di rettifica
- Il metodo di ravvivatura