Rimanere coinvolti in un incidente stradale è un’esperienza che nessuno vorrebbe affrontare. Tuttavia, sapere cosa fare nei momenti immediatamente successivi può fare la differenza tra un episodio gestito con lucidità e uno che si complica ulteriormente, mettendo a rischio la propria sicurezza e quella altrui. In questo articolo, vedremo quali sono le azioni essenziali da intraprendere quando ci si trova in questa situazione, con un approccio pratico e concreto, evitando i toni sensazionalistici e mantenendo uno stile sobrio, quasi documentaristico. Perché, alla fine, il margine tra disattenzione e consapevolezza può essere molto sottile.
Fermarsi in sicurezza: il primo atto di responsabilità
Quando si è coinvolti in un incidente, la prima reazione deve essere quella di fermarsi nel punto più sicuro possibile. In autostrada, questo significa cercare di raggiungere la corsia d’emergenza o una piazzola di sosta, se disponibile. Non serve aggiungere caos al caos: la priorità assoluta resta la tutela dell’incolumità fisica.
Se il veicolo è ancora in grado di muoversi, anche lentamente, sfruttare l’inerzia per spostarlo ai margini della carreggiata può evitare ulteriori collisioni. Ma attenzione: il servosterzo e il sistema frenante possono risultare meno efficaci o completamente assenti se il motore si è spento.
Gestire i minuti successivi: un equilibrio precario
Spesso è nei primi minuti dopo un incidente che si prendono decisioni sbagliate. Il cervello cerca spiegazioni rapide, si affida a gesti meccanici. Ma è proprio in quel momento che bisogna imporsi una certa disciplina.
Dopo aver fermato il veicolo, azionare le quattro frecce diventa un gesto automatico quanto necessario. Anche tirare il freno a mano contribuisce a garantire la stabilità del mezzo. Prima di uscire dall’abitacolo, è fondamentale indossare il giubbotto catarifrangente. È un obbligo, ma soprattutto un mezzo per rendersi visibili e dunque vivi, in un contesto in cui ogni secondo può essere cruciale.
Tutti i passeggeri devono scendere solo dal lato destro, quello più lontano dal traffico. Sembra un dettaglio, ma non lo è. Lo spazio tra la vita e la morte, in autostrada, spesso si misura in pochi centimetri.
Mettersi al riparo e segnalare il pericolo
Una volta scesi dal veicolo, la priorità è mettersi al sicuro, possibilmente dietro il guardrail. L’istinto può spingere a rimanere vicino all’auto, magari per recuperare oggetti personali o tentare un’improvvisata diagnosi del guasto. Ma la strada non è il posto per gesti impulsivi.
Posizionare il triangolo di emergenza a non meno di 100 metri dal veicolo serve a segnalare la presenza di un ostacolo sulla corsia. Non è un atto simbolico, è un gesto che può evitare un secondo incidente.
Quando serve un aiuto esterno
A questo punto entra in gioco la necessità di assistenza. Se non si è in grado di riparare il veicolo in autonomia – ed è quasi sempre così – bisogna contattare il soccorso stradale. Il numero verde dell’ACI è valido su tutto il territorio nazionale. In alternativa, si può contattare il proprio servizio assicurativo, oppure, nel caso di veicoli a noleggio, il numero fornito al momento del ritiro.
Se la batteria del cellulare è scarica o non c’è segnale, l’unica opzione resta raggiungere a piedi la colonnina di emergenza più vicina. Un gesto semplice, ma che in una situazione già carica di tensione può sembrare una prova fisica e mentale. Tuttavia, è una delle poche azioni legittime in quei frangenti. Abbandonare il veicolo o cercare di fermare altri automobilisti, al contrario, è vietato dal codice della strada e può portare a sanzioni.
Il ruolo silenzioso ma cruciale del carroattrezzi
In alcune città – Roma in primis – il traffico può rendere ancora più complesso l’intervento in caso di guasto o incidente. È qui che entrano in gioco servizi specializzati nella rimozione dei veicoli in difficoltà. Se ci si trova nella capitale o nei suoi dintorni, può risultare utile sapere come contattare un carroattrezzi Roma, senza che questo diventi una corsa contro il tempo.
Il servizio di carroattrezzi, spesso sottovalutato, è in realtà uno degli attori chiave nella gestione post-incidente. Non solo rimuove il veicolo, ma consente anche di liberare la corsia d’emergenza in tempi rapidi, evitando multe e, soprattutto, ulteriori pericoli per la circolazione.
La manutenzione: un argine contro l’imprevisto
Infine, uno sguardo al prima, perché prevenire è davvero meglio che intervenire. Un’auto ben manutenuta ha minori probabilità di fermarsi in mezzo alla carreggiata. Ignorare le spie sul cruscotto o rimandare controlli di routine può sembrare innocuo, ma spesso è il primo passo verso situazioni ben più serie.
Una catena di eventi può cominciare da un semplice ritardo al meccanico. E quando si rompe, non sempre lo fa in un parcheggio. Può accadere su un viadotto, in curva, sotto la pioggia, a 130 all’ora.
E a quel punto, si è davvero da soli. O quasi.